domenica 21 dicembre 2014

Il pane per Yule

La notte del sol-stitium invernale è la più lunga dell'anno. E' il momento in cui l'scurità trionfa, ma in realtà si prepara già al cammino che terminerà con il pieno della luce...
La parola Yule si pensa derivi da una parola sassone che significa "ruota" e che quindi indicava chiaramente un punto importante e definitivo nella Ruota dell'Anno.
In questo periodo venivano celebrati gli spiriti dei boschi e gli alberi venivano portati nelle case e decorati con pane, noci e frutta, ma anche candele e nastri colorati, per propiziarsi l'abbondanza e la benevolenza degli spiriti stessi.
Con l'avvento del Cristianesimo, la Chiesa ha voluto sostituire ogni festa "pagana" con una cristiana e ha posto come data di nascita di Gesù la notte tra il 24 e il 25 dicembre, a ridosso del solstizio d'inverno e notte in cui i Sassoni celebravano la loro Modranect (che significa "la notte della Madre" ed era la celebrazione della nascita del Sole solstiziale; il giorno seguente era per festeggiare la Dea!!!)
Quindi Yule coincide con Natale: rappresenta la rinascita della Luce, che pian piano riprende il suo cammino passando per la rinascita della Natura e l'equinozio di Primavera e raggiungendo nuovamente il suo apice nel solstizio d' Estate... in un cerchio eterno e perpetuo...
Ho già scritto le mie riflessioni sulla festa del Natale qui... e per altre informazioni riguardo a Yule, invito caldamente a leggere qui, qui e qui... ^_^
Io voglio proporre la ricetta del mio pane per Yule... Un pane rotondo, naturalmente, con una dedicazione speciale...
Ingredienti:
300 gr di farina di farro integrale
100 gr di farina d'avena
100 gr di farina di riso integrale
300 gr di pasta madre di segale
300 ml di acqua tiepida
20 gr di sale alle erbe
4 cucchiai di olio e.v.o.
facoltativi: 1 cucchiaio di semi di girasole, di zucca, di sesamo e 1/2 di papavero
Procedimento.
Come sempre, miscelare le farine i semi, il sale e poi l'olio e lavorare un po' con le mani; aggiungere l'acqua e amalgamare. Quindi aggiungere la pastamadre appena rinfrescata e lavorare il tutto aggiungendo tanta farina quanta ne basta per avere una palla omogenea ed elastica.
Porre nella teglia rotonda e mettere a riposare coperto con un telo e poi una coperta in luogo caldo (anche nel forno con la sola luce accesa va bene!) per almeno 5 ore.
Riscaldare il forno con una ciotola d'acqua nella parte bassa. Incidere le rune per Yule...
Infornare per i primi 20 min a 220°C, poi a 200° per altri 30/35 min. Sfornare e lasciare raffreddare.
La magia degli ingredienti: la farina di farro è legata al Sole (é la sua celebrazione, no?), quella di riso (legata alla Luna) e di avena (legata a Venere) sono due aspetti del principio femminile. I semi rappresentano ciò che viene seminato in terra e che riposerà fino a Primavera e poi le rune:



Uruz, la forza primigenia, da cui tutto ebbe origine e che sempre si rinnova,

Fehu, simbolo dell'abbondanza, in qualunque ambito la si chieda,

Berkana, indica il principio femminile che da sostentamento e la rinascita,

Sowelo, enrgia del Sole e principio di Vita, in ogni senso e ad ogni livello.











 Solo ora, guardando le foto, mi sono resa conto di non aver inciso Fehu, bensì...

Ansuz, che è una runa messaggero e chiede si faccia attenzione ai segnali che ci si presentano:
ci si può aspettare di guadagnare saggezza...
Forse l'ho incisa inconsciamente per questo!!! ^_^

E con il fuoco della nostra Lucilla vi auguro un felice Yule!!!
Buone magie a tutt*

martedì 16 settembre 2014

Parole sacre... e ricetta settembrina

Gli orari diversi a scuola di quest'anno, forse mi permetteranno di avere un po' di tempo per me... Quindi questa mattina, ne ho approfittato per fare un giro tra i miei blog preferiti ed ho trovato un post che devo necessariamente segnalare, poiché usa parole "sacre" che non avrei saputo dire meglio... In questo mio spazio web, uso tutta la magia di cui posso essere capace, ma credo che la magia più grande sia quella di non smettere mai di stupirsi davanti all'energia incredibile che affiora da una trasformazione messa in atto con Amore... Un'alchimia... tra ciò che abbiamo tra le mani e la nostra scintilla divina sempre attiva ed operosa... Se ne diveniamo consapevoli, le magie saranno davvero tante!!!
Virtualmente offro a voi e a Selva della Luna una fetta di questo dolce vegano e gluten-free
Tarte Tatin di grano saraceno con fichi freschi e gelatina di rosa
200 gr di farina di grano saraceno (meglio se fresca)
100 gr di margarina di soja
un bicchiere di latte di soja
80 gr di zucchero di canna + due cucchiai
mezzo cucchiaino di bicarbonato
un pizzico di sale
4 o 5 fichi freschi maturi, ma sodi
3 cucchiai di gelatina di rose
1 cucchiaio di acqua di rosa
Preparazione. In un recipiente mescolare la farina, il sale il bicarbonato e lo zucchero e lavorare con la margarina (come per la frolla, per intenderci). Aggiungere il latte e amalgamare bene.
Sul fondo della teglia da forno scelta distribuire i due cucchiai di zucchero e adagiarvi i fichi tagliati a fette (io tolgo la buccia, ma è facoltativo...), poi mettere sopra il composto e livellarlo bene.
Infornare a forno già caldo a 180° per circa 30 min. poi (dopo aver fatto la prova dello stecchetto) mettere a raffreddare su una gratella.
Prima che la torta si raffreddi del tutto, mettere in un pentolino l'acqua di rose e la gelatina, scaldando a fuoco bassissimo, fino a che si scioglie il tutto un pochino. Quindi distribuire sul dolce e lasciar raffreddare completamente. Decorare con qualche petalo di rosa.
E' un dolce deciso: consiglio di accompagnargli un tè classico, come un Earl Grey liscio con poco zucchero. Qui un'altra mia ricetta con il connubio grano saraceno&fichi...
La magia degli ingredienti: il grano saraceno, usato per un dolce della domenica, anche se non è propriamente un parente del grano, acquisisce la forza del Sole; i fichi freschi, colti e subito utilizzati, hanno in sè tutta l'energia del Sole estivo e la forza dell'albero sacro cui appartengono...
Il fico (insieme all'ulivo) è uno degli alberi più antichi del mondo. Era utilizzato nell'antico Egitto per costruire i sarcofagi, era sacro ad Iside e Osiride. Era considerato albero della Vita e della Morte. Gli Egizi pensavano che il suo legno fosse un potente talismano nell'Aldilà e che il suo succo desse poteri straordinari. Nell'antica Roma era considerato di buon auspicio e perciò sempre presente nei fori e in Grecia era l'albero sacro ad Atena, dea della saggezza.
I frutti ricordano il seno turgido (non a caso quando se ne raccoglie, esce il "latte") e la vulva: perciò sono da sempre simbolo di abbondanza, di fertilità e di femminilità.
La gelatina e l'acqua di rosa danno un tocco prettamente femminile.
Ho preparato questo dolce la domenica dopo aver finito i lavori in casa quest'estate... Ho pensato che questa alchimia potesse avere il potere giusto per inaugurare una nuova energia nel nostro nido...
L'energia femminile e quella maschile, in un equilibrio... in un alternarsi... magico e potente...
 Buone magie a tutti!!!
^_^

sabato 13 settembre 2014

domenica 31 agosto 2014

Ricette ed Erbe nel "cuore di casa"...

Non è certo un segreto che la lavanda sia tra le mie erbe magiche preferite!!!
E in questi giorni ho voluto inserirla in una ricetta e in un... "rimedio magico"...
Ecco la ricetta:
Focaccia di farro con rosmarino e lavanda (con pasta madre)
300 gr di farina di farro integrale (meglio se macinata da poco)
200 gr di manitoba (ma si può usare anche solo quella di farro)
250 gr di pasta madre (la mia è di segale) appena rinfrescata
15 gr di sale alle erbe
300 ml di acqua tiepida
4 o 5 cucchiai di olio evo per l'impasto (e 4 o 5 per spennellare prima di infornare)
fiori di lavanda e aghi di rosmarino freschi q.b.
sale grosso q.b.
Procedimento.
In una ciotola mescolare le farine, il sale, l'olio e l'acqua; lavorare un poco e poi aggiungere il lievito naturale, amalgamare un poco e dopo lavorare bene sul piano ben infarinato per almeno 10 min, finchè si è ottenuta una palla liscia e omogenea.
Lasciarla riposare nella ciotola, coperta con un telo umido (e d'inverno nel forno spento con la luce accesa) per circa 30 min, quindi stendere l'impasto secondo le proprie esigenze (due teglie da forno grandi oppure ricavarne tante focaccine più piccole.
Coprire con telo umido e lasciar lievitare il più possibile (l'ideale è prepararle la sera prima e infornarle il mattino dopo, ma sono sufficienti almeno 4 o 5 ore di riposo).
Accendere il forno con un tegamino di acqua all'interno a 220°, spennellare la focaccia con l'olio e praticare i classici buchi sulla superficie, cospargere con il sale grosso, la lavanda e il rosmarino e infornare per 20/25 min in forno ben caldo. Sfornare e... gustare quando è ancora tiepida!!! ^_^
Ed ecco il  "rimedio magico":
Abbiamo finalmente ultimato la nostra casetta e questa mattina ho appeso gli ultimi cuori alle finestre del mio cucinino... L'effetto mi piace tantissimo!!!
Ma non potevo non infilare un po' di magia anche in questa "opera di rinnovamento", perciò tutti i cuori appesi fatti da me sono stati imbottiti (oltre che con un po' di imbottitura per cuscini) anche con un mix magico di erbe:
Iperico (raccolto il giorno di San Giovanni, protegge da tutti i tipi di negatività, dai fulmini, dagli incendi e dalle tempeste; legata all'elemento Fuoco e al Solstizio d'Estate);
Lavanda (del mio giardino, erba della consacrazione e dell'Amore, si usa per benedire le nuove case),
Calendula (consacra e protegge),
Salvia e Rosmarino (del mio orto, proteggono e purificano),
Boccioli di rosa (erba dell'Amore puro),
Basilico (protegge, donacomprensione, salute, prosperità, infonde coraggio e chiarezza sul cammino spirituale),
semi di Sesamo  (in India simbolo di abbondanza)
e Cumino (consacra, protegge e mantiene i legami amorosi saldi e vivi).
Ora la nostra casetta è davvero a posto e il "suo cuore" è rinnovato nella sua energia, oltre che nei suoi colori!!!
(altre foto qui)
Comincio la settimana davvero soddisfatta e felice...

Buone magie a tutti!!!
^_^

sabato 14 giugno 2014

Serata magica... pre-solstizio d'Estate

Eccomi dunque a scrivere della bellissima serata trascorsa a Pavia martedì scorso!!!
Grazie a Simona che ha organizzato il tutto e con la quale spero sia l'inizio di una collaborazione duratura!!! ^_^
La serata, come diceva la locandina, era volta a condividere i miei approfondimenti, frutto di studio ed esperienze personali, nell'ambito della cucina magica in un 'occasione come il Solstizio estivo che è ormai alle porte.
Ragione per cui ho introdotto il significato di questi momenti di passaggio per gli antichi che vivevano a contatto con la Natura ed avevano il culto della Dea Madre e abbiamo visto quale eredità viene oggi celebrata da chi, come me, crede nelle potenzialità di una magia quotidiana, basata sulla consapevolezza che ogni essere vivente ha dirittto al rispetto ed ha una sua energia che ci viene trasmessa nel momento in cui interagiamo con essi.
Ho preparato tutto con intenzione e benedicendo ogni gesto ed ogni elemento del mio operato... Così la mia cena vegana ha riscosso successo sia prima (nelle informazioni date) che dopo, quando ormai i piatti erano vuoti e i contenitori spazzolati... ^_^
Il menù prevedeva:
Torta salata con erbette e tarassaco alla calendula
pane e focaccia di farro con pasta madre al rosmarino e timo
cruditè con hummus di ceci al basilico e pesto di zucchine alla menta
vino aromatizzato con lamponi e mirtilli 
tisana di malva e verbena e...
Torta dell'Unicorno
Ingredienti:
100 gr di farina di avena e 100 gr di farina di riso
1 bicchiere di latte di soja
100 gr di zucchero di canna
una manciata generosa di fiocchi d'avena
pizzico di sale 
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
2 cucchiai di acqua di rose
3 cucchiai di gelatina di petali di rosa
qualche petalo di rosa non trattata e qualche fiore di lavanda
In una ciotola mescolare le due farine (io le ho macinate al momento, naturalmente, con il mio mulino) con lo zucchero, il bicarbonato e il sale. Aggiungere il latte e 1 cucchiaio di acqua di rose: mescolare velocemente e porre in forno già caldo a 180°C per almeno 30 min. o fino a quando si è colorata un po' la superficie (ricordando di mettere una ciotola con dell'acqua per non farla bruciare!!!)... Fare la "prova stecchetto"...
Quindi sfornare e lasciare raffreddare... Dopo mettere in un pentolino la gelatina con 1 cucchiaio di acqua di rose e porre su fuoco dolcissimo per alcuni minuti, finchè si scioglie un pochino, quanto basta per poterla spalmare sulla superficie della torta e poi decorare coi petali di rosa e i fiori di lavanda.
La magia degli ingredienti: riso legato alle acque e alla Luna (che in questi giorni era piena!) e avena legata a Venere, dea dell'Amore e della fertilità; petali, acqua e gelatina di rosa perchè i presenti potessero godere dell'Amore che la Dea nutre per loro; la lavanda perchè è una delle piante magiche del solstizio (di cui scriverò in un post ad esso specificatamente dedicato!!!).
Ringrazio di vero cuore tutti i partecipanti (e anche i "miei" uomini che mi hanno aiutata) e spero di rivedervi ai nuovi laboratori in Autunno...
 Buone magie a tutti!!!
^_^

mercoledì 4 giugno 2014

Sambuco magico

C'è un albero di sambuco che dà al di qua del muro di cinta e che già da qualche anno (da quando mi occupo di magia in cucina!!!) ha destato la mia gratitudine per i suoi meravigliosi fiori...
Si trova in un giardino incolto e abbandonato, ma i suoi rami confinano con il mio ed io posso tranquillamente, e senza fatica, raggiungerli per raccogliere coscientemente i suoi doni offerti con Amore e trasformarli in delizioso sciroppo.
Una delle tradizioni contadine legate al sambuco e alle sue proprietà medicinali era quella di inginocchiarsi sette volte di fronte alla pianta, perché sette sono le parti del sambuco utilissime per la cura dell’uomo: i germogli, le foglie, i fiori, le bacche, la corteccia, le radici e il midollo. I germogli sono utili per calmare la nevralgia, preparati in decotto consumato caldo. Le foglie curano le malattie della pelle, se applicate come impacchi, ma possono anche calmare il dolore e l’infiammazione di scottature e ferite e insieme ai fiori curano le emorroidi e gli ascessi.
I fiori, invece, sono un ottimo depurativo e diuretico, possono essere adoperati per contrastare il raffreddore e le malattie invernali quali influenze e febbri lievi (sono febbrifughi, rilassanti e stimolano la sudorazione), e sono un buon rimedio contro i geloni e la bronchite. Inoltre sono disintossicanti, curano gli occhi (irritazioni e orzaiolo) e, se usati in lozione, rendono la pelle morbida.
Le bacche curano le infiammazioni di bronchi e polmoni, se consumate in sciroppo; sono ricche di vitamine e quindi utili per prevenire raffreddamenti invernali, rinforzano il sistema immunitario e, sempre consumate in sciroppo, curano le infezioni. Inoltre sono lievemente lassative e quindi ottime contro la stitichezza.
La corteccia, similmente alle bacche, è lassativa, ma può essere anche emetica (favorisce il vomito), a seconda della quantità ingerita. Posta fresca sugli occhi cura le irritazioni.
La radice bollita e pestata cura la gotta e, infine, il midollo, ridotto in pappa e unito a farina e miele, lenisce il dolore provocato dalle lussazioni.
Il nome greco del sambuco significava “nutrimento di Demetra", mentre il significato latino  ha invece un’altra origine: da sambucus, che richiama la sambuca, una macchina da guerra triangolare (una sorta di ponte levatoio che veniva utilizzato durante gli assedi), in uso nel Medioevo, ma  indicava anche un piccolo flauto, ancora oggi facilmente realizzabile con un ramoscello di questa pianta priva del midollo interno.
In Bretagna, Danimarca, Russia e altri paesi, questa pianta veniva utilizzata per proteggere le case dai malefici; ma poteva anche attirare i poteri maligni, per esempio se veniva bruciato dall’uomo.
In molti paesi e culture, soprattutto celtiche e nordiche, esso era considerato una delle maggiori rappresentazioni della Grande Madre perché si diceva che il suo divino potere femminile scorresse nelle dure vene legnose della pianta e la rendesse quasi un essere animato che incuteva non poco timore.
I suoi colori mostravano soprattutto la Dea nel suo triplice volto, in cui i fiorellini delicati, profumati e bianchi rappresentavano la Fanciulla Vergine, il verde dei rametti e delle foglie la Madre rigogliosa e le bacche nero violacee la Strega oscura. Ma nonostante questo, secondo le tradizioni, era l’aspetto più potente e incontrollato della Strega a prevalere nel sambuco, a tal punto che si credeva che l’albero non fosse realmente tale, ma una strega trasformata in albero, o un qualche simile essere inquietante e pericoloso.
Per questo il sambuco era associato all’oscurità, alla magia, alla divinazione, ma anche al viaggio verso le profondità della terra bruna e, in particolar modo, alla morte: infatti il profumo dei fiori si diceva che portasse nell’Altromondo...
Il sambuco era dunque considerato dagli antichi una Porta di Morte, ma anche di rigenerazione e nutrimento, dato che ogni sua parte recava aiuto all’uomo contro malesseri e malattie e le sue bacche erano fonte di cibo .
Nel calendario arboricolo celtico, il sambuco è l’albero del tredicesimo mese, l’ultimo del ciclo, il cui apice corrispondeva al Solstizio d’Inverno e quindi al buio peggiore, alla sterilità e al freddo
Lo stesso numero tredici simboleggia la fine di un ciclo, ma anche l’Iniziazione e la rigenerazione, tutti poteri insiti nello spirito del sambuco e connessi alla sua natura oscura.
Sulla scìa di tutte queste informazioni (ma anche altre che si possono ritrovare nel web), mi sono dedicata alla preparazione dello sciroppo coi suoi fiori, che (guarda il Caso...) sono bianchi come quelli dell'acacia, delicatissimi, profumatissimi, commestibili e dalle mille proprietà...
L'anno scorso avevo anche fatto la marmellata... Quest'anno non ho avuto abbastanza tempo!!!
Ma voglio postare entrambe le ricette, poichè sono due preparazioni ricche di proprietà importanti!!!
Per lo sciroppo:
6 fiori maturi di sambuco
3 limoni bio lavati bene
1 bicchiere di aceto di mele oppure 30 gr di acido citrico (si acquista in farmacia)
1 kg di zucchero di canna bio (io ne ho messo solo 500 gr)
1 litro d’acqua
Procedimento.
Mettete i fiori non lavati (controllate che non abbiano qualche insettino e raccoglieteli  in un luogo lontano dal traffico) in un recipiente, aggiungeteci l’acqua, i limoni tagliati in 4, lo zucchero e l’aceto.
Chiudete il recipiente e agitatelo bene per qualche secondo.
Lasciate riposare per 3 giorni in un luogo fresco mescolando almeno una volta al giorno (se fa tanto caldo lasciate a riposo solo 2 giorni per evitare che fermenti).
Il terzo giorno prendete con le mani i fiori e i limoni e strizzateli bene. Prendete una garza, mettetela in un colino e filtrate il “succo” ottenuto. Mettetelo in una pentola capiente e portate ad ebollizione per 5 minuti. Imbottigliate e una volta raffreddato tappate. Questo sciroppo, avendo l’aceto, si manterrà a lungo in frigorifero almeno 3 mesi; se si metterà l’acido citrico, potremo gustarlo anche d’inverno, poiché durerà almeno 6 mesi...

Per la marmellata:
1 Kg di Mele già pulite
300 gr di zucchero (per me di canna bio)
100 ml di succo di mele bio
1/2 stecca di vaniglia (facoltativo)
un'abbondante manciata di fiori di sambuco
Procedimento.
Mettete in una pentola le mele tagliate a pezzetti e lo zucchero (più i semini di vaniglia se li mettete). Cuocete fino a che il tutto si è ridotto a composta, quindi aggiungete i fiori “sgranati” e puliti.
Cuocete finché avrà la consistenza desiderata. Versate in vasetti sterilizzati ancora bollenti e capovolgeteli, coprendoli con un telo, fino a che saranno raffreddati. Conservate in un luogo fresco ed al buio preferibilmente. Si conserva 6 mesi.

Buone magie a tutti!!!
^_^ 

sabato 31 maggio 2014

sabato 10 maggio 2014

Orzotto primaverile con funghi secchi e calendula

L'orzo, come ho già detto più volte, è il cereale del Martedì, ma è piacevole mangiarlo anche in altre occasioni... Ad esempio al pranzo della domenica, al posto del classico risotto giallo (il ricordo delle mie domeniche è legato proprio al risotto alla milanese o ai ravioli in brodo...)
Quindi domenica scorsa ho preparato questo orzotto, accompagnandolo con radicchio e asparagi (prettamente primaverili!!!)
Per 2 persone:
150 gr di orzo perlato
brodo vegetale (almeno 1 lt)
una manciata di buoni funghi porcini secchi
3 cucchiai di olio evo
petali di calendula
Si procede nella preparazione come con un qualunque risotto: l'olio in una casseruola, si fa tostare l'orzo qualche minuto, si aggiunge il brodo bollente (appena preparato con un buon dado casalingo ^_^) e si lascia cuocere per circa 20 minuti scoperto, a fuoco basso, mescolando e aggiungendo brodo quando necessario.
Verso fine cottura si aggiungono i funghi precedentemente ammollati in acqua tiepida, strizzati e tritati grossolanamente, mescolando. Si spegne la pentola e si mette il coperchio, così da terminare la cottura.
Nel frattempo si saranno fatti stufare in padella i gambi di asparago (solo la parte più tenera; la parte superiore la si può usare per decorare un piatto importante o delle torte salate!) tagliati a pezzetti, con 2 cucchiai di olio evo e poca acqua, finché sono cotti, regolando di sale (un buon sale fino miscelato con erbe aromatiche, magari...)
Disponiamo bene nel piatto ora gli asparagi, il radicchio rosso (condito con un filo d'olio e un cucchiaino di salsa di soja) e l'orzotto (io ho usato un coppapasta a forma di stella)... Distribuire petali di calendula e... servire con un calice di buon vino amabile, come quello autoprodotto del mio papà... ^_^
L'energia combattiva dell'orzo, il potere dei funghi di sviluppare capacità inconsce, le proprietà curative della calendula (per la pelle e l'apparato riproduttore nella donna), del radicchio (per il fegato, dato il suo benefico sapore amaro) e degli asparagi (per i reni!) fanno di questo piatto un pasto completo, sia dal punto di vista curativo che magico.
Il calice di buon vino aiuta la circolazione e rallegra il cuore, donando alla convivialità la giusta magia che serve a condurre una vita serena e piena di meraviglie...
Buone magie a tutt*
^_^

sabato 3 maggio 2014

Vino magico di Beltane

Eh sì!!! Sono ancora sotto l'influsso magico dell'acacia!!! E sulla scìa delle ricette trovate qui, ho preparato un vino aromatizzato con i suoi fiori e con fragoline di bosco (comprate, purtroppo!!!).
Stappata una bottiglia di Verduzzo (o un altro bianco frizzante ma non dolce), ho messo a macerare in una caraffa a chiusura ermetica i fiori di 3 grappoli di acacia e una manciata di fragoline di bosco.
La valenza magica di questa bevanda è data da questi fiori (simbolo dell'immortalità e anche della purezza, dato il loro candore), che insieme a queste fragoline (dono del bosco) la rendono ottima da bere in compagnia dell'amato (o di chi vorremmo che ci amasse) in occasione della festa di Beltane (per la quale rimando qui).
Pura magia di bollicine... romantiche e allegre... tutte da condividere...
Altre ricette per Beltane qui
Buone magie a tutt*!!!
^_^

sabato 26 aprile 2014

Innamorarsi di un fiore...

Ieri pomeriggio mi ha regalato un tripudio di profumi!!! Lungo la strada che ho percorso in bicicletta, tantissime acacie in fiore mi hanno inebriata con la loro dolcezza e me ne sono letteralmente innamorata!!!
Ho scoperto che ne esistono diverse specie, ma quella diffusa dalle nostre parti è la Robinia pseudoacacia: originaria dell'America settentrionale (precisamente degli Appalachi), fu importata da un farmacista e botanico del re di Francia nel 1601, Jean Robin e successivamente Carlo Linneo (incaricato di dare un nome a tutti gli esseri viventi catalogabili) la ribattezzò Robinia in onore del botanico che la portò in Europa. 
Da allora la sua importanza è data dal fatto che le api, ghiottissime del nettare dei suoi fiori, producono uno dei mieli più diffusi ed apprezzati per la sua delicatezza.
Ma... guardando più a fondo...  Per gli Antichi l’acacia era una “Allegoria Solare”: analogamente alle foglie di loto, che si aprono ai raggi del sole nascente e si chiudono quando il sole sparisce all’orizzonte, il suo fiore coperto di peluria sembra imitare il disco raggiante del Sole.
L’Archa degli Ebrei era costruita con legno d’acacia e rappresentava Vita Eterna, simboleggiata dal seme sotterraneo che rivive nell’albero.
Dalla Bibbia si può rilevare che l’Arca di Noè, la Tavola e l’Ara dei Sacrifici erano fatti con legno di acacia; legno ricoperto d’oro e di bronzo, quindi considerato sacro già in quell’epoca.
Anche antiche società e corporazioni l'avevano adottato come insegna. L’albero dell’acacia, il cui attributo misterioso era conosciuto solo ai Maestri, è sacro ai massoni come il mirto lo era per gli antichi Iniziati, il vischio per i Druidi ed il bosso per i Cristiani.
Volendo fare una divagazione sullo stesso argomento, va detto che, secondo la credenza popolare tramandata dalle tradizioni celtiche, i druidi consideravano sacro "tanto il vischio quanto l’albero su cui cresceva", essendo il vischio pianta senza radice e parassita sul ramo di un’altra pianta.
Il nome che gli fu dato significa “pianta che guarisce tutto”.
L’acacia ha sostituito nella Massoneria salomonica (ovvero ritualistica) il salice della Massoneria caldea, il loto della Massoneria egizia, il mirto della Massoneria greca e la quercia o il vischio nella Massoneria druidica.
Come pianta sacra a Diana e a Ishtar, aumenta le vibrazioni spirituali, e viene usata per favorire la spiritualità. Si può bruciare come incenso da sola o con altre erbe analoghe. E' usata nei rituali di purificazione, per allotanare le negatività.
Legata all'elemento dell'aria, si unisce agli incensi per donare vibrazioni benefiche. Purifica lo spazio sacro e crea un cerchio molto intimo e personale.
In rete ho trovato diverse ricette: "magiche" e non.
(E qui l'elenco di tutti fiori commestibili!!! ^_^)
Il gusto dei suoi fiori è delicato e dolciastro e si possono mangiare crudi o in succulente frittelle, oppure essere macerati per preparare vino, liquori e marmellate (come con quelli di sambuco!!!)
Io ieri sera mi sono preparata una

Insalata primaverile
All'insalatina tenera e novella dell'orto ho aggiunto 3 cucchiai di mais, semi di sesamo e di girasole, 2 cucchiai di olio evo e 2 di aceto di mele e infine 2 primule e qualche fiore d'acacia... Un paradiso...
Questo fiore mi ha davvero conquistato il cuore... 
Penso che ne raccoglierò per farne un vino aromatizzato...
Dedico questa ricetta a due fate specialissime:
Mirtilla e Gabri.
A voi mille e più benedizioni!!!
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Con questa ricetta partecipo al mio contest 
Buone magie a tutt*!!!