sabato 26 aprile 2014

Innamorarsi di un fiore...

Ieri pomeriggio mi ha regalato un tripudio di profumi!!! Lungo la strada che ho percorso in bicicletta, tantissime acacie in fiore mi hanno inebriata con la loro dolcezza e me ne sono letteralmente innamorata!!!
Ho scoperto che ne esistono diverse specie, ma quella diffusa dalle nostre parti è la Robinia pseudoacacia: originaria dell'America settentrionale (precisamente degli Appalachi), fu importata da un farmacista e botanico del re di Francia nel 1601, Jean Robin e successivamente Carlo Linneo (incaricato di dare un nome a tutti gli esseri viventi catalogabili) la ribattezzò Robinia in onore del botanico che la portò in Europa. 
Da allora la sua importanza è data dal fatto che le api, ghiottissime del nettare dei suoi fiori, producono uno dei mieli più diffusi ed apprezzati per la sua delicatezza.
Ma... guardando più a fondo...  Per gli Antichi l’acacia era una “Allegoria Solare”: analogamente alle foglie di loto, che si aprono ai raggi del sole nascente e si chiudono quando il sole sparisce all’orizzonte, il suo fiore coperto di peluria sembra imitare il disco raggiante del Sole.
L’Archa degli Ebrei era costruita con legno d’acacia e rappresentava Vita Eterna, simboleggiata dal seme sotterraneo che rivive nell’albero.
Dalla Bibbia si può rilevare che l’Arca di Noè, la Tavola e l’Ara dei Sacrifici erano fatti con legno di acacia; legno ricoperto d’oro e di bronzo, quindi considerato sacro già in quell’epoca.
Anche antiche società e corporazioni l'avevano adottato come insegna. L’albero dell’acacia, il cui attributo misterioso era conosciuto solo ai Maestri, è sacro ai massoni come il mirto lo era per gli antichi Iniziati, il vischio per i Druidi ed il bosso per i Cristiani.
Volendo fare una divagazione sullo stesso argomento, va detto che, secondo la credenza popolare tramandata dalle tradizioni celtiche, i druidi consideravano sacro "tanto il vischio quanto l’albero su cui cresceva", essendo il vischio pianta senza radice e parassita sul ramo di un’altra pianta.
Il nome che gli fu dato significa “pianta che guarisce tutto”.
L’acacia ha sostituito nella Massoneria salomonica (ovvero ritualistica) il salice della Massoneria caldea, il loto della Massoneria egizia, il mirto della Massoneria greca e la quercia o il vischio nella Massoneria druidica.
Come pianta sacra a Diana e a Ishtar, aumenta le vibrazioni spirituali, e viene usata per favorire la spiritualità. Si può bruciare come incenso da sola o con altre erbe analoghe. E' usata nei rituali di purificazione, per allotanare le negatività.
Legata all'elemento dell'aria, si unisce agli incensi per donare vibrazioni benefiche. Purifica lo spazio sacro e crea un cerchio molto intimo e personale.
In rete ho trovato diverse ricette: "magiche" e non.
(E qui l'elenco di tutti fiori commestibili!!! ^_^)
Il gusto dei suoi fiori è delicato e dolciastro e si possono mangiare crudi o in succulente frittelle, oppure essere macerati per preparare vino, liquori e marmellate (come con quelli di sambuco!!!)
Io ieri sera mi sono preparata una

Insalata primaverile
All'insalatina tenera e novella dell'orto ho aggiunto 3 cucchiai di mais, semi di sesamo e di girasole, 2 cucchiai di olio evo e 2 di aceto di mele e infine 2 primule e qualche fiore d'acacia... Un paradiso...
Questo fiore mi ha davvero conquistato il cuore... 
Penso che ne raccoglierò per farne un vino aromatizzato...
Dedico questa ricetta a due fate specialissime:
Mirtilla e Gabri.
A voi mille e più benedizioni!!!
 ***   ***   ***
Con questa ricetta partecipo al mio contest 
Buone magie a tutt*!!!

sabato 19 aprile 2014

Il dado casalingo: un grande additivo segreto!

(foto dal web)
Per la festa di Ostara avrei voluto poter apparecchiare la tavola come nella foto... Ma purtroppo il Tempo quest'anno non me lo permette...  *_*
Pazienza... sarà per un'altra domenica...
Intanto però, visto il tempo (tanto!!!) che non posto nulla...
Eccovi la ricetta del mio dado casalingo:
7 o 8 carote
350 gr di sedano
2 cipolle
1 zucchina
1 mazzetto di prezzemolo fresco
1 rametto di rosmarino
250 gr di sale (indifferente se fino o grosso)
1 cucchiaino di curcuma
2 cucchiai di olio (facoltativo)
Passare tutto (tranne prezzemolo e rosmarino e curcuma) nel robot da cucina e porre in una teglia capiente (io uso quella di terracotta) a cuocere a fuoco basso e coperto, finchè si sarà asciugato molto. Passare poi col mixer ad immersione e aggiungere il prezzemolo e il rosmarino tritati e la curcuma; lasciare sul fuoco ancora un poco (il tempo di asciugare ulteriormente) e invasare ancora caldo in vasetti di vetro sterilizzati. Chiudere con il tappo e mettere " a testa in giù" finché si saranno raffreddati. Riporre in dispensa: durano anche 1 anno.
Quando serve, ne basta un cucchiano per ogni 1/2 lt d'acqua, o secondo il proprio gusto, se ne aggiunge qb nei sughi o nelle pietanze che lo richiedono.
Ho cominciato a farlo 1 anno fa ormai e la ricetta originale me l'ha ispirata Erbaviola; io poi, naturalmente, l'ho personalizzata. Ora lo "spaccio" a mia madre, a mia sorella e alla mia adorata collega di classe.
L'importanza di avere sempre a disposizione un ingrediente "fresco" come il dado che è alla base di molte minestre e pietanze è di per sé la vera magia di questa ricetta.
Il dado acquistato se è biologico costa più del doppio; se non lo è, c'è il rischio di ingurgitare scarti di lavorazione con l'aggiunta di glutammato monosodico, che è in realtà un esaltatore chimico di sapidità e che nulla ha a che fare con il sale puro di salina.
Con le quantità indicate riesco a riempire 4 vasetti circa da 150/250 gr... Ve lo consiglio caldamente!!!

Buone magie a tutti e Felice Ostara!!!